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sabato 15 marzo 2014

BIBLIOGRAFIA SULLA VERA STORIA DEL RISORGIMENTO


in continuo aggiornamento.....

* "Il brigantaggio politico del Mezzogiorno d'Italia (1815-1818"
Antonio Lucarelli, Milano, Longanesi, 1982
* "Il brigantaggio politico delle Puglie dopo il 1860 - Il sergente Romano"
Antonio Lucarelli, Milano, Longanesi, 1982
* "Carmine Crocco Donatelli. Un Brigante guerrigliero"
Antonio De Leo Antonio, Cosenza, Luigi Pellegrini Editore, 1983
* "Briganti e senatori"
Alberico Bojano, Napoli, Alfredo Guida Editore, 1997.
* "Briganti e piemontesi: alle origini della questione meridionale"
Aldo De Jaco, Rocco Curto Editore, 1998
* "A sud del Risorgimento"
Antonio Boccia, Napoli, Tandem, 1998
* "La Sicilia e il brigantaggio"
Luigi Capuana, Carlo Ruta (a cura di) Messina, Edi.bi.si., 2005
* "Dopo Teano: Storie d'amore e di briganti"
Aldo De Jaco, Lacaita, 2001
* "Il brigantaggio meridionale: cronaca inedita dell'Unità d'Italia"
Aldo De Jaco, Editori Riuniti, 1969
* "La chiamarono Unità d'Italia..."
Antonio Grano, Napoli, 2009
* "Il brigante Secola. La sanguinosa rivolta nel Fortore post-unitari"
Antonio Bianco, Benevento, Il Chiostro, 2011
* "I panni sporchi dei Mille"
Angela Pellicciari,(Liberal Edizioni)
* "I Savoia e il massacro del Sud"
Antonio Ciano, Grandmelò
* "Due Sicilie, 1830 – 1880"
Antonio Pagano – Capone, 2002
* "La conquista del Sud: Il Risorgimento nell'Italia Meridionale"
Carlo Alianello, Milano, Edilio Rusconi, 1994
* "Controstoria dell'Unità d'Italia, ribellione popolare e repressione militare 1860-1865"
Carlo Coppola, Lecce, MCE Editore 2003
* "Il Mezzogiorno e l'unità d'Italia"
Carlo Scarfoglio, Parenti Firenze
* "Il Brigantaggio nel Salento"
Carlo Coppola, Matino, Tipografie S. Giorgio, 2005
* "Storia d'Italia"
Denis Mack Smith, Roma-Bari, Giuseppe Laterza e figli, 2000
* "Il potere di punire e perdonare. Banditismo e politiche criminali nel Regno di Napoli in età moderna"
Francesco Gaudioso, Galatina, Congedo, 2006
* "Eroi e briganti"
Francesco Saverio Nitti, Milano, Longanesi, 1946
* "La stangata"
Francesco Del Vecchio (2001) Ed. Libellula
* "I Lager dei Savoia"
Fulvio Izzo (1999), Ed. Controcorrente
* "Regno delle Due Sicilie- tutta la verita"
Gustavo Rinaldi
* "Il sangue del Sud. Antistoria del Risorgimento e del brigantaggio"
Giordano Bruno Guerri
* "Brigantaggio, proprietari e contadini nel Sud (1799-1900)"
Gaetano Cingari, Reggio Calabria, Editori Riuniti 1976
* "Garibaldi,l'avventuriero, il massone, l'opportunista"
Gustavo Rinaldi, ed. Controcorrente
* "Il Brigantaggio dal 1860 al 1865"
Giuseppe Bourelly, Venosa, Osanna, 1987
* "La bugia risorgimentale. Il Risorgimento italiano dalla parte degli sconfitti"
Gerlando Lentini
* "1860 - La stangata"
* "1861 Pontelandolfo e Casalduni. Un massacro dimenticato"
Gigi Di Fiore – Grimaldi & C. ed. 1998
* "I vinti del Risorgimento. Storia e storie di chi combatté per i Borbone di Napoli"
Gigi Di Fiore
* "Gli ultimi giorni di Gaeta. L'assedio che condannò l'Italia all'Unità"
Gigi Di Fiore
* "Controstoria dell'Unità d'Italia. Fatti e misfatti del Risorgimento"
Gigi Di Fiore, Ed. Rizzoli
* "Indietro Savoia! Storia controcorrente del Risorgimento italiano"
Lorenzo Del Boca, Ed. Piemme
* "Maledetti Savoia"
Lorenzo Del Boca, Ed. Piemme
* "Donne contro: le brigantesse streghe dell’Appennino"
Maria Procino, in «SLM- Sopra il livello del mare» Rivista dell’Istituto Nazionale della montagna, n. 28, 2006
* "L'unità truffaldina"
Nicola Zitara, liberamente scaricabile in formato HTML o RTF
* "Il Sud e l'unità d'Italia"
Giuseppe Ressa e Alfonso Grasso, (e-book)
* "La Storia Proibita -Quando i Piemontesi invasero il Sud-"
vari autori, Ed. Controcorrente, Napoli 2001
* "L'Unità d'Italia: nascita di una colonia"
Nicola Zitara
* "Tutta l'ègalitè"
Nicola Zitara, estratto dalla rivista Separatismo
* "Memorie di quand'ero italiano"
Nicola Zitara
* "Negare la negazione"
Nicola Zitara
* "L'invenzione del Mezzogiorno"
Nicola Zitara,
* "Contro la questione meridionale"
Carlo Capecelatro, Savelli, Roma
* "L'unità d'Italia: guerra contadina e nascita del sottosviluppo del Sud"
M. R. Cutrufelli, , Bertani Editore, Verona
* "Don Josè Borges, generale catalano e guerrigliero borbonico, Diario di guerra"
Josè Borjes, Valentino Romano (a cura di) Bari, Adda, 2003
* "Mezzogiorno, emigrazione di massa e sottosviluppo"
Mario Iaquinta, Luigi Pellegrini Editore, 2002
* "Terroni"
Pino Aprile, Piemme 2010
* "Brigantesse. Donne guerrigliere contro la conquista del Sud"
Valentino Romano, Napoli, Crontrocorrente, 2007
* "Il Brigantaggio da Fra’ Diavolo a Crocco"
Marc Monnier, Lecce, Capone
* "Briganti e musica popolare dal nord al Sud"
Pierluigi Moschitti, Gaeta, Sistema Bibliotecario Sud Pontino
* "Il "brigantaggio" politico nella Marca pontificia ascolana dal 1798 al 1865"
Timoteo Galanti, Sant'Atto di Teramo, Edigrafital, 1990
* "Stefano Pelloni detto il passatore: cronache popolari"
Massimo Dursi, Giulio Einaudi Editore, 1963
* "Storia del brigantaggio dopo l’Unità"
Franco Molfese, Giangiacomo Feltrinelli Editore, 1966
* "Brigantaggio e Risorgimento - Legittimisti e Briganti tra i Borbone e i Savoia"
Giovanni De Matteo, Napoli, Alfredo Guida Editore, 2000
* "Il brigantaggio politico nel brindisino dopo l'Unità"
Vincenzo Carella, Fasano, Grafischena, 1974
* "Il rovescio della medaglia: storia inedita del brigante Stefano Pelloni detto il Passatore"
Leonida Costa, , Fratelli Lega, 1976
* "Cronache del Brigantaggio Meridionale (1806-1815)"
Francesco Barra, Salerno, S.E.M., 1981
* "I fuochi del Basento"
Raffaele Nigro, Milano, Camunia, 1987
* "Carmine Donatelli Crocco, La mia vita da brigante"
Valentino Romano (a cura di) Bari, Adda, 2005
* "Carmine Donatelli Crocco,Come divenni brigante"
Mario Proto (a cura di) - Autobiografia, Manduria, Lacaita, 1995
* "Una storia siciliana fra Ottocento e novecento. Lotte politiche e sociali, brigantaggio e mafia, clero e massoneria a Barrafranca e dintorni"
Salvatore Vaiana, Barrafranca, Salvo Bonfirraro editore, 2000
* "Briganti, arrendetevi!: Ricordi di un antico bersagliere"
Ferdinando Mirizzi, Venosa, Osanna, 1996
* "Brigantaggio, repressione e pentitismo nel Mezzogiorno preunitario"
Francesco Gaudioso,Galatina, Congedo, 2002
* "Calabria ribelle. Brigantaggio e sistemi repressivi nel Cosentino (1860-1870)"
Francesco Gaudioso, Milano, FrancoAngeli, 1996
* "Il banditismo nel Mezzogiorno moderno tra punizione e perdono"
Francesco Gaudioso, Galatina, Congedo Editore, 2001
* "Dossier Brigantaggio. Viaggio tra i ribelli al borghesismo e alla modernità"
Francesco Mario Agnoli, Napoli, Controcorrente, 2003
* "La Capitanata fra briganti e piemontesi"
Giovanni Saitto, Edizioni del Poggio, 2001
* "La repressione del brigantaggio a Canicattì e dintorni da Francesco Bonanno a Cesare Mori"
Salvatore Vaiana, pubblicato in "Canicattì nuova", Canicattì, 2002.
* "Josè Borjes,La mia vita tra i Briganti"
Tommaso Pedio (a cura di), Manduria, Lacaita
* "Con Dio e per il Re. Diario di guerra del generale legittimista"
Josè Borjes, Napoli, Controcorrente, 2005
* "La guerra cafona: Il brigantaggio meridionale contro la Stato unitario"
Salvatore Scarpino, Milano, Boroli Editore, 2005
* "Giustiziateli sul campo. Letteratura e banditismo da Robin Hood ai giorni nostri"
Raffaele Nigro, Milano, Rizzoli Editore, 2006
* "Il Regno perduto"
Antonio Ballarati, Napoli, Edizioni Iuppiter, 2012
* " Dieci anni di storia nascosta"  Michele Bisceglie, Falco Editore, 2011
* "Napoli sfregiata. Frammenti di vita e di strada 1860-1864" Luigi Iros, Tullio Pironti Editore, 2011




martedì 11 settembre 2012

Sarà il nostro giornale. Il giornale del Sud





















Sono appena tornato dalla prima riunione operativa per la nascita del nostro giornale. “Nostro”, vuol dire che non sarà di nessuno, nemmeno mio, ma di chiunque parteciperà all'avventura del suo varo, in qualsiasi modo.
L'incontro di Bari è stato decisivo: ci pensavo da tempo, ma ogni volta che mi avvicinavo al pulsante di avvio, trovavo una ragione per tornare a pensarci bene. Per farlo meglio, si capisce! Sono nel giornalismo da più di 42 anni e so cosa vuol dire imbarcarsi per un viaggio del genere.
L'appello lanciato dai gruppi meridionalisti mi ha creato dei problemi. Ho più volte detto ai promotori che, se fossi stato al loro posto, molto probabilmente avrei agito come loro; il guaio, per me, è che ero al mio posto...
Capivo che accettare la proposta di far direttamente politica (più partito che politica...) sarebbe stato un segnale; ma mi frenava l'idea che fosse anche un limite: se divieni rappresentante di molti, non potrai esserlo di tutti. Qualcuno rimane escluso. E io sono convinto che le buone idee, le buone ragioni possano essere ovunque (anche un orologio rotto dice la verità due volte al giorno). C'è pure un altro limite: le persone vanno e vengono, gli strumenti (partiti, associazioni, giornali, leggi) restano.
Ma la quantità di adesioni, gli appelli personali, alcuni molto forti, toccanti, ogni tanto mi facevano dubitare delle mie scelte; poi, però, mi sembrava che fra “diventare una voce” e “dare la voce” al poliedrico mondo del meridionalismo rinascente, la seconda opzione meritasse di prevalere.
Così, ho preferito aspettare l'ultimo momento, ascoltare tutti fino all'ultimo, prima di decidere da solo, come sempre. E le cose che ho udito mi hanno confermato, quasi con prepotenza, che in sala c'erano già molti potenziali leader che hanno non il diritto, ma il dovere di emergere in conflitto fra loro (che vuol dire confronto palese, forte, dichiarato). Quello che mancava era lo strumento per far sapere al Sud e agli altri, cosa sta succedendo e perché sta succedendo (e, in qualche caso, perché non deve succedere più)
Io sono convinto che le idee preconcette, penalizzanti, ai danni del Sud, siano figlie di informazioni sbagliate: dai quelle giuste agli onesti e le loro idee cambieranno. Non mi interessa, come ho più volte detto, “sconfiggere un nemico”, ma convincerlo delle mie buone ragioni, averlo al mio fianco, a sostenerle insieme a me.
Se andate a riascoltare gl'interventi di quel giorno a Bari, non avrete dubbi: comunque la pensassero i vari oratori, tutti esprimevano l'impotenza di chi non riesce a farsi sentire oltre la platea (pur crescente) dei diretti interessati. E quando credi di avercela fatta, magari (e senza magari) ti censurano.
Così, quella che era una idea da tempo coltivata, mutata in quasi decisione (a cui mancava sempre l'ultimo passo) è diventata un impegno. Non erano questi i miei tempi, ma non mi è stato lasciato altro tempo. L'incontro di Bari, la presenza e le parole di tanti, mi ha spinto oltre quell'ultimo passo: voi eravate lì per portare a casa un fatto, non un annuncio.
Credo che ci sarei arrivato lo stesso; ma anche se il cosa era molto probabile, il quando è frutto di quell'incontro. E, a pensarci a posteriori e a volersi montare la testa: dopo l'8 settembre (quello vero) fu a Bari che, dalla prima riunione dei membri del Comitato di liberazione nazionale, nacque l'Italia repubblicana.
Non faccio le cose per compiacere qualcuno, ma perché sono convinto (a volte sbagliando) che sia giusto farle e fare quelle. In questo, mi ritrovo dei compagni di strada, consenzienti o critici: ognuno è padrone del suo giudizio sui fatti, finché resta ai fatti. Se paiono troppo semplici, lineari, non è colpa mia. E comunque, non sono affatto semplici per me.
Perché ora molti potranno discutere di questa faccenda, del giornale. Ma io devo farlo! E solo uno sciocco può prendere alla leggera un compito del genere: in fondo, è un modo per ripagare quanti mi hanno dato e mi danno stima, attenzione. Ringrazio tutti e vi terrò informati.
La giornata di Bari è stata un punto di non ritorno.
Ditemi in bocca al lupo.



Pino Aprile

sabato 19 maggio 2012

Il Leghismo e le Due Sicilie:


























Il Leghismo e le Due Sicilie:
C'è una sterminata letteratura sull'argomento Napoli, Sicilia e Due Sicilie: appunti di viaggio, memoires, relazioni, analisi, quadri, musiche. Prelati, condottieri, artisti, gentiluomini, ambasciatori, dame, cavalieri hanno lasciato copiose testimonianze.
Non ho letto tutto, ma posso dire di aver letto abbastanza.
Mentre i toni sono uniformemente entusiastici sui luoghi, sulle bellezze , sulla magnificenza degli edifici e delle chiese, sui teatri, sui salotti, sulle feste, sugli opifici, sulla musica, vi sono dissonanze notevoli sull'organizzazione della società...
Ecco, sembrerebbe che il viaggiatore proveniente dal nord abbia sempre colto l'Alterità di questa società, a volte rimanendone soggiogato, a volte ripudiandola con veemenza. Come mai questo?
Io credo che il solco sia antico: Napoli e "il Sud" non partecipano dell'Europa carolingia e costruiscono un modello di civiltà, diverso da quello carolingio.
La società "napolitana" è orizzontale: una millefoglie o un multistrato. Come preferite.
i movimenti sono per lo più orizzontali, quasi mai verticali.
Un povero diavolo di Londra, Parigi o Vienna magari mangia molto meno, ma, apparentemente partecipa alla RES. A Napoli no. Come a Bisanzio, ad esempio.
La "cosa napolitana" è fatta di consuetudini, contiguità, ma ciascuna classe mantiene il suo status quo. Però si mangia. Tanto. La immobilità sociale consente margini immensi. Tutti sono più o meno contenti.
Poi l'invasione del 1860. L'inizio di un inferno, che tuttora dura.
L'idea di una MINORITA' storica delle due sicilie è chiaramente falsa ma è servita egregiamente a nascondere la rapina, i massacri e la colonizzazione post unitaria.
Tuttavia la tesi è stata "sposata" plebiscitariamente nel Nord, non solo in quanto "utile", ma perchè il nord non ha mai capito il "Sud" e, in realtà non ne avevca gli strumenti. Il Sud è stato vissuto come Alterità anche nelle sue migliori espressioni.
Persino un artista , proveniente da Napoli o dalla Sicilia, necessita di una leggittimazione internazionale prima di essere ben accetto a Milano.
Il Leghismo ( ma qui parlo del leghismo come ateggiamento mentale condiviso) è innanzitutto questo: difesa di un valore tribale di fronte all'infezione di una società complessa e dunque sovvertitrice e nemica.
C'è nel leghista un SINCERO odio , autentico e sorgivo, contro questi popoli vinti ma "invasori" con tutto il loro corredo di storia e di modi di essere.
Hanno ragione anche loro: una società monolitica non può permettersi il lusso del Dubbio.
Come se ne esce? Non se ne esce. Sono semplicemente due modelli di civiltà.
Inconciliabili.

martedì 17 aprile 2012

RIDATECI LA NOSTRA STORIA E NOI CI DAREMO IL NOSTRO FUTURO


Rimango perplesso notando che, dopo più di 150 anni, la vile storiografia savoiarda, prevale sulla storia vera. Ciò dimostra una notevole disonestà intellettuale o quanto meno una complice omertà degli storici odierni. Ma la cosa che mi lascia più sgomento, è la mancanza di curiosità e d’interesse dei miei conterranei, per quello che accadde alle nostre terre ed ai nostri avi, in quel periodo nefasto. Noi non possiamo dimenticare, non possiamo gettare nell’oblio, quelle migliaia di vite spese per difendere la libertà delle nostre terre e delle nostre genti. Io punto il dito contro quell’ignobiltà napoletana e siciliana, che si vendette al vile invasore per pochi scudi. Oggi i loro discendenti, ad onta, frequentano il circolo Savoia per darsi un tono, vergogna. Io punto il dito contro quella borghesia meridionale, che per aumentare il proprio potere e guadagno, vendette il sangue dei propri fratelli. Oggi i discendenti di quella feccia, vivono tra Posillipo e Chiaia, atteggiandosi a signori, ma il denaro non compra la signorilità. In fine il mio biasimo va al popolo meridionale, che rimase sopito ed indolente per troppo tempo e che solo tardivamente tentò di reagire al mal tolto e che oggi paga il prezzo maggiore. La beffa più grande è che nelle nostre strade, nelle nostre piazze, campeggiano i nomi di quei bastardi che distrussero il nostro passato ed il nostro futuro. Ad ogni angolo, come il cane che urina per marcare il territorio, ci ricordano che perdemmo e che siamo loro sudditi. Ma io mi chiedo, quando alzeremo la testa dalla polvere, per riprenderci la nostra cultura, le nostre tradizioni, la nostra dignità. Quando torneremo ad essere il sud dei primati positivi e non più negativi. Quando ci toglieremo gli schiaffi dalla faccia, datici da quel nord, dimentico che il suo oggi è stato creato con i nostri soldi ed il nostro sangue e che scarica la sua diossina nel casertano. Quando ci libereremo degli effetti di quella spedizione mercenaria che lasciò padrona delle nostre città la delinquenza. A chi rimarrà sgomento delle mie parole, a chi è ancora affetto dalla sindrome romantica del risorgimento, a chi dice che ormai è passato troppo tempo, io rispondo volentieri. Se si vuole risolvere il problema del sud, si deve permettere alle genti di questi posti meravigliosi, di riappropriarsi della propria identità e dignità, fargli scoprire ed inorgoglire del proprio passato per un futuro migliore. Se si vuole risolvere un problema lo si affronta dalla radice, conoscendone la storia e il come e perchè. Ridateci la nostra Storia e noi ci daremo il nostro futuro.

domenica 1 aprile 2012

I molti modi di intendere il Meridionalismo

(nella foto la pubblicità di "Terronia" un'azienda lucana di stampo meridionalista)


Nei 150 anni della nostra recente storia ci sono stati illustri esempi di meridionalisti, da Giustino Fortunato a Pasquale Villari, da Francesco Nitti fino ad Antonio Gramsci. Grandi nomi e grandi pensieri che hanno coinvolto la vita culturale e sociale, anche se non con risultati brillanti e duraturi.

Ma prima è doveroso, da parte mia, chiarire il concetto di Meridionalismo. Il meridionalista nasce dalla scoperta di una storia negata, dalla negligenza politica e dal collasso economico del meridione. Queste cause scatenanti nascono dal fatto che il Sud vive un totale abbandono da parte dei governi che si sono susseguiti da Cavour in poi, ad iniziare dalla monarchia sabauda. Dall'unità d'Italia alla nascita della Repubblica italiana, non si è fatto altro che sfruttare il Sud come se fosse un grande contenitore di manovalanza a basso costo e, riprendendo le parole di Giustino Fortunato nelle sue celebri corrispondenze con Pasquale Villari nel 1901, durante i periodi di elezioni politiche, come grande riserva di voti.

Da questi presupposti nasce, dunque, l'idea meridionalista; nasce spesso a macchia di leopardo, non coordinata, e può avere due accezioni: una positiva, quando riescono ad emergere "menti illustri" che hanno il coraggio di gridare la loro rabbia al resto della nazione, un'altra negativa, quando, invece, nascono "menti non pensanti" che sanno solo lamentarsi e non muovere un dito per cercare di far risorgere la propria terra. Spesso si sente dire o, ancor peggio, giustificare l'andamento negativo del Sud dando la colpa alla "criminalità organizzata" oppure ad un presunto "senso di inferiorità etnico" dei meridionali che non sono in grado di essere alla pari con i settentrionali.

Ma in tutto questo sconforto generale ci sono tanti (forse tantissimi e poco conosciuti) esempi di dinamicità economica. Questi sono rappresentati da tutti quegli imprenditori del Sud che rimangono nel territorio, investendo soldi, nonostante la burocrazia lenta e molte volte cieca, o ancor peggio, nonostante rischino la vita, in alcune regioni, per non dover scendere a compromessi con qualche "famiglia" del luogo. Questo esercito fatto da persone, ogni mattina si alza alle sei, produce e dà lavoro a centinaia di famiglie. Questo insieme di "teste pensanti" ha deciso di rimanere nel territorio, di rimanere al Sud e combattere contro tutte le negatività che in ogni modo ostacolano chiunque voglia investire per creare qualcosa.

Se io un giorno decidessi di aprire un'azienda al Nord, il luogo in cui ubicherei l'azienda mi aprirebbe le porte della città e mi stenderebbe un tappetino rosso poichè io porterei economia, lavoro, quattrini. Se invece decidessi di aprire un' azienda nel Meridione, oltre agli ostacoli della burocrazia, che mi farebbe aspettare mesi, se non anni, per avere delle autorizzazioni , mi troverei di fronte ad una grande inettitudine che potrebbero ostacolarmi per invidia!! Oppure più drammaticamente se volessi aprirla in "alcune regioni", oltre a questi muri troverei anche un altro muro che ha tante facce, ma si nasconde sotto un unico appellativo: mafia.
Allora ci rendiamo conto di come gli imprenditori meridionali, inconsapevolmente, siano i più grandi meridionalisti della storia del Sud. Combattono, sopravvivono, creano economia e, perchè no, giustizia sociale nel proprio territorio. A loro vorrei volgere lo sguardo come una nuova "razza" di briganti, ma questa volta al posto dei fucili e dei boschi, usano i fatti concreti, la forza delle loro idee e un grande spirito positivista che si rivela essere quella spinta necessaria al miglioramento della condizione del Mezzogiorno.

Questa è la nuova strada da intraprendere, questa è la "via maestra" che riuscirà a riportare quella voglia di "Risorgimento" che attendiamo ormai da decenni. Tutto sta nel percorrerla, nel creare tutte le condizioni possibili per arrivare all?obiettivo che tanto speriamo. Vorrei poter raccontare ai miei figli la favola dello sviluppo del Sud, di come eravamo, di come siamo diventati e di come potremmo ancora essere!

lunedì 17 maggio 2010 di Valerio Rizzo

martedì 28 giugno 2011

Storia della brigantessa Francesca La Gamba

Tratto da "Storie di donne diverse - Le brigantesse ottocentesche del meridione d'Italia" di Valentino Romano


E' difficile attribuire una data di nascita al brigantaggio femminile, ma una prima significativa figura femminile di età moderna può essere individuata in Francesca La Gamba, nata a Palmi (RC) nel 1768 e attiva nel decennio di occupazione francese (1806-1816).

Francesca, filandiera di professione, madre di tre figli, divenne capobanda, spinta da un'incontenibile sete di vendetta contro i francesi che l'avevano colpita negli affetti più cari. Rimasta vedova del primo marito, dal quale aveva avuto due figli, convolò in seconde nozze. Avvenente d'aspetto ed esuberante nel carattere, attirò le mire di un ufficiale francese che, invaghitosene, tentò - forte della sua posizione sociale - di sedurla. Respinto dalla fiera Francesca il militare pensò di vendicarsi in maniera terribile. Nottetempo fece affiggere un falso manifesto di incitamento alla rivolta contro l'esercito francese di occupazione ed il mattino successivo fece arrestare i figli della donna, accusandoli di essere gli autori della bravata. Alle suppliche di Francesca, l'ufficiale fu irremovibile: i giovani subirono un processo sommario e furono fucilati.

Francesca, pazza di dolore, si unì ad una banda di briganti che operava nella zona, dismise gli abiti femminili ed indossò quelli dei briganti.

In breve fornì prove di ardimento tali da divenire il capo riconosciuto della banda stessa, seminando ovunque il terrore. I francesi si accanirono nella caccia della donna, fino a quando un loro drappello cadde in un'imboscata tesa da Francesca. Tra i soldati fatti prigionieri la sorte volle che ci fosse proprio l'ufficiale suo nemico. Con una coltellata Francesca gli strappò il cuore e lo divorò ancora palpitante.

Nell'orrore di questa vicenda, pure caricata di colore dal mito, possono leggersi le ragioni che hanno spesso indotto tranquille popolane meridionali a trasformarsi in Erinni vendicatrici: la prevaricazione degli occupanti, il loro disprezzo per gli affetti feriti, l'irrefrenabile ansia di vendetta suscitata nei popoli conquistati.

Crollato il mondo familiare intorno al quale si è costruita a fatica una pur misera esistenza, la vendetta femminile si dimostra ancor più feroce di quella maschile.

lunedì 20 giugno 2011

Fa caldo....cosa c'è di meglio di un buon gelato per trovare un pò di refrigerio....e se vi dicessi che il gelato è un'invenzione tutta siciliana?

di Francesca Di Pascale

Alla fine del IX secolo gli Arabi occuparono la Sicilia dove trovarono i nevaroli dell'Etna e le neviere, che per secoli rappresentarono la sola soluzione sia per il piacere dei prodotti freddi, sia per la conservazione. Poiché con il miele, unico dolcificante noto allora, non sarebbe stato possibile creare una granita, è grazie alla canna da zucchero che gli Arabi rinvenirono in Sicilia che fu possibile creare le prime granite.

Lo scrittore arabo Ibn Ankal scrive:

«Lungo la spiaggia, nei dintorni di Palermo, cresce vigorosamente la canna di Persia e copre interamente il suolo; da essa il sugo si estrae per pressione. »

Inoltre in Sicilia si trovava abbondantemente il sale marino e la neve (sull’Etna, sui monti Iblei, sulle Madonie).

Notizie più certe riguardo al gelato si hanno sul trezzoto di Francesco Procopio dei Coltelli, un cuoco siciliano, che nel 1686 riuscì a preparare la miscela che tutti noi conosciamo oggi. Egli riuscì a introdurre alcune tecniche di refrigerazione presso le cucine dei re di Francia prima, e in seguito presso il Café Procope di Parigi, dove veniva servita una grande varietà di gelati.

Il gelato come "impresa" deve nuovamente le sue origini a Francesco Procopio dei Coltelli, cuoco siciliano.

Procopio utilizzò un'invenzione del nonno Francesco, un pescatore che nei momenti di libertà si dedicava allo studio di una macchina per la produzione di gelato la quale ne perfezionasse la qualità fino ad allora esistente. Un giorno riuscì nel suo intento, ma ormai anziano decise di lasciarla in eredità al nipote. Procopio, tempo dopo, stanco della vita da pescatore prese la sua macchinetta e cominciò a sua volta a studiarla, fece diverse prove e alla fine decise di partire in cerca di fortuna

Arrivò, dopo tanti insuccessi e successivi perfezionamenti, fino a Parigi.

Scoprendo l'uso dello zucchero al posto del miele, e il sale mischiato con il ghiaccio (eutettico) per farlo durare di più, fece un salto di qualità e venne accolto dai parigini come geniale inventore: aprì nel 1686 un locale, il Café Procope. Dopo poco, dato l'enorme successo ottenuto, si spostò in una nuova e più grande sede (oggi in rue de l'Ancienne Comédie), di fronte alla "Comédie Française".

Quel "Café" offriva: "acque gelate" (la granita), gelati di frutta, "fiori d anice", "fiori di cannella", "frangipane", "gelato al succo di limone", "gelato al succo d'arancio", "sorbetto di fragola", in una "patente reale" (una concessione) con cui Luigi XIV aveva dato a Procopio l'esclusiva di quei dolci. La fama di "più celebre Caffè letterario d'Europa" deriva dal fatto che i suoi clienti non erano soltanto gli attori, le attrici e gli altri componenti della Comédie Française, ma anche e soprattutto degli intellettuali, filosofi, letterati, Voltaire, George Sand, Balzac, Victor Hugo, Diderot, D'Alembert, De Musset, il Dottor Guillotin che diede la ghigliottina alla Francia, il tenente Napoleone che una sera lasciò in pegno il suo Bicorno per non avere avuto il denaro necessario a pagare le consumazioni offerte ai suoi amici...

Il "Café Procope" esiste ancora, anche se non più esercente la brillante attività che lo rese famoso in tutta Europa.

Dunque la diffusione su scala "industriale" del gelato nel mondo partì dalla Sicilia e più precisamente da Catania. Nel 1773 lo scozzese Patrick Brydone scriveva: "L'Etna fornisce neve e ghiaccio non solo a tutta la Sicilia, ma anche a Malta e a gran parte dell'Italia, creando così un commercio molto considerevole".

Tratto da http://it.wikipedia.org/wiki/Gelato

venerdì 20 maggio 2011

Perché è necessario scegliere

Di Francesca Di Pascale

La scelta fatta da Briganti di appoggiare al ballottaggio Luigi De Magistris è stata accompagnata da un coro di consenso ma anche da un gran numero di commenti critici quando non polemici o addirittura offensivi. Qualcuno ci ha accusato di essere “prezzolati” e ci ha chiesto “Avanti, dite, cosa ci guadagnate, cosa vi hanno promesso?”. Non rispondo a queste accuse perché sono veramente ridicole e chi ci conosce sa che è così, però, queste offese, assieme alle critiche che accettiamo di buon grado, servono a darci il senso delle difficoltà che affrontiamo ogni giorno e di quanto sia lungo ancora il cammino da fare Sono stati giorni duri, giorni in cui ha teso a prevalere lo sconforto, il pessimismo, l’istinto di mollare tutto, di lasciar correre gli eventi…... Sapete, però, cosa ha fatto la differenza alla fine: la convinzione di essere nel giusto.

Torniamo a noi, allora, e al perché è necessario scegliere!!!!!

Partiamo da alcuni dati. Partiamo dai programmi. In particolare, dal problema dei rifiuti e del “senso civico

Lettieri

Punti principali del programma sul tema dei rifiuti a Napoli:

1) Apertura di nuove discariche

2) Realizzazione dell’inceneritore di Napoli est

Leggete voi stessi e notate tra le righe il disprezzo per Napoli e per i napoletani

1. Differenziare

Ridurre, riciclare e riutilizzare, come nelle città civili. Entro i primi 100 giorni inizio della raccolta differenziata porta a porta. Obiettivo: in un anno il 50% di differenziata.

2. Energia rifiuti

Immediata individuazione di un sito di trasferenza e avvio dei lavori per la realizzazione di un sito di compostaggio per il trattamento dei rifiuti organici, che permetta di produrre e vendere compost ed energia elettrica.

3. L’isola che c’è

10 isole ecologiche da realizzare in tre mesi: la condizione per realizzare un sistema strutturato di raccolta differenziata. Istituzione di un Numero Verde h24, per segnalare comportamenti scorretti.

4. Il buon napoletano.

Ribaltiamo la teoria delle finestre rotte: chi viene a Napoli si sente autorizzato a non rispettare le regole, nemmeno quelle del vivere civile, perché sono i napoletani a non rispettarle per primi. Serve una campagna di educazione alla legalità, per contrastare cattive abitudini e mancanza di senso civico e per educare alla legalità dei piccoli gesti.

Questo è tutto quello che ho trovato nel programma sull’argomento. Provare per credere

De Magistris

Punti principali:

1) Differenziata come soluzione principale e impianti di compostaggio

2) No alle nuove discariche e all’inceneritore di Napoli est

Leggete voi stessi e notate se anche in questo caso c’è disprezzo per il popolo napoletano

Differenziata ora!

Molti studi hanno dimostrato che per riciclare è necessario realizzare un sistema di raccolta PaP (porta a porta) che, a Napoli, è stato messo in opera in aree pilota con risultati al di sopra della media nazionale. Non è vero, quindi, che i napoletani non sono civici o vanno “educati”. Là dove si realizza il PaP, i napoletani si comportano come e meglio di molti. E fra le aree pilota non ci sono stati solo i quartieri bene, ma anche aree tradizionalmente considerate “più svantaggiate”. Il Comune di Napoli ha bisogno di un forte impegno verso la realizzazione di un sistema di differenziata spinta che raggiunga, in un primo momento, gli standard europei di differenziata e si attesti, in seguito, a livelli di eccellenza.

Oggi sono attivati al porta a porta 135.000 abitanti. La media di RD (raccolta differenziata) in quelle zone è oltre il 70%. Una delibera comunale del 2007 prevedeva che la raccolta fosse estesa su tutta la Città entro il 2009. Così non è stato. Noi ci impegniamo ad ottenere questo risultato. L’estensione immediata della raccolta differenziata domiciliare a tutta la città è uno dei primi provvedimenti che voglio realizzare.

Fra le priorità della nuova Giunta, quindi, c’è la creazione di impianti di compostaggio anaerobici, la trasformazione degli impianti STIR in impianti di TMM con estrusore e la messa in opera di un sistema a tariffa. L’obiettivo è premiare economicamente chi si comporta correttamente. I napoletani devono pagare per quanti rifiuti indifferenziati producono.

Ecco alcune tra le azioni che vogliamo realizzare per una Napoli pulita:

  • Bevi l'acqua del Sindaco. Publicizzazione continua degli indici di qualità dell'acqua di Napoli ed installazione di fontane pubbliche gratuite che dispensino acqua microfiltrata e gassata. I cittadini vi si recheranno con le bottiglie da riempire.
  • Progetto Buon Samaritano. Si tratta di recuperare i prodotti freschi invenduti della distribuzione commerciale che sono ancora consumabili ma che non sono più vendibili per l'approssimarsi della data di scadenza ed indirizzarli verso strutture di assistenza ai bisognosi.
  • Vendita di prodotti alla spina (acqua, olio, vino, semi, pasta, caffè, cibo per animali, detersivi, prodotti per l'igiene, etc) - Tutti gli esercizi commerciali che sceglieranno queste modalità di vendita godranno di agevolazioni.
  • Vendita con vuoto a rendere (acqua, olio, vino, detersivi, prodotti per l'igiene etc ) - Tutti gli esercizi commerciali che sceglieranno queste modalità di vendita godranno di agevolazioni.
  • Porta la sporta. Sostegno al piccolo commercio nell'affrontare il divieto europeo di usare borse in plastica.

In questo caso ho dovuto tagliare.

Noi abbiamo scelto, ora sta a voi valutare e scegliere a vostra volta.

Preferite chi è legato a doppio filo a Cosentino e alla camorra, chi è stato indicato dall’ascaro leghista Cota come la scelta di voto più logica – e ho detto tutto -, chi vuole perpetrare il sistema discariche e inceneritori e, pertanto, appalti affidati alle ditte del nord che lucrano non risolvendo il problema rifiuti e invadono le nostre terre di sostanze tossiche, a danno della nostra salute; preferite scegliere chi è plurifallito e dalla dubbia reputazione, chi infama Napoli e i napoletani con le inequivocabili parole che potete leggere voi stessi nel programma?

Oppure ritenete di poter dare una possibilità a chi parla di differenziata, di compostaggio, di buone pratiche per l’ambiente, a chi dimostra di avere rispetto per la città e per i cittadini, a chi si è avvicinato con entusiasmo ai temi del meridionalismo, a chi ha ridestato fiducia nei cittadini napoletani tanto da meritarsi un consenso del tutto imprevisto e che potrebbe mettere tanto la destra quanto la sinistra all’opposizione nella giuda del comune?

Direte: solo chiacchiere, nulla di tutto ciò verrà fatto. Può darsi, ma per lo meno potremo affermare di aver posto le condizioni perché le promesse potessero essere mantenute, di aver fatto il possibile perché le cose volgessero al meglio.

A voi la scelta, libera e legittima. Tuttavia, sappiate che “anche se voi vi credete assolti siete lo stesso coinvolti

Che cosa chiede di preciso il popolo del 15-M in Spagna?

Di Emanuele Di Pascale

Una traduzione maccheronica per chi come me se lo fosse chiesto. La fonte e' El Pais di oggi 20/05/2011 (http://www.elpais.com/articulo/madrid/quiere/Sol/elpepiespmad/20110520elpmad_2/Tes)

- Abolizione delle leggi ingiuste. Sopprimere e sostituire leggi come quella sulla censura ai siti di pirateria (Ley Sinde), la riforma universitaria (Plan Bolonia), la legge sull'immigrazione, la legge sui finanziamenti ai partiti e la legge elettorale. E chiedono che le leggi fondamentali approvate dalle camere vadano precedute da un referendum.

- Terza Repubblica. Alcuni chiedono un nuovo referendum per scegliere fra monarchia o repubblica, altri puntano direttamente ad eliminare dalla costituzione qualsiasi riferimento alla Casa Reale.

- Riforme fiscali. Chiedono che vengano favoriti i salari piu' bassi, che "paghi piu' (tasse) chi piu' ha" e che l'IVA sia un'imposta progressiva. Chiedono inoltre, fra le altre cose, che si approvi la Tobin Tax sulle speculazioni finanziarie e che il ricavato di tale tassa sia investito in politiche sociali. Si invoca inoltre la nazionalizzazione delle banche che sono state salvate dalla bancarotta con soldi pubblici.

- Trasporto e mobilità. Favorire il trasporto pubblico e alternativo all'automobile, creare una rete di piste ciclabili, sovvenzionare l'abbonamento ai trasporti pubblici per i disoccupati.

- Riforma della politica e dei suoi costi. Si richiede l'abolizione della pensione vitalizia, la formazione regolamentata (che ci siano dei test), la revisione e il bilancio dei costi della politica alla fine di ciascun mandato, liste elettorali pulite e libere da imputati per corruzione.

- Svincolamento totale della chiesa dallo stato e divisione dei poteri. La religione deve essere circoscritta alla vita privata di ciascun cittadino, e i giudici devono stare lontano dalla politica.

- Democrazia partecipativa e diretta. Si punta a un'organizzazione in assemblee della base popolare (per quartieri, distretti...) con il supporto di Internet e delle nuove tecnologie. Si rivendica inoltre la partecipazione pubblica in temi relativi alla gestione dei fondi per le amministrazioni locali. In generale, si richiede una decentralizzazione del potere politico.

- Miglioramento e regolarizzazione dei rapporti di lavoro. Fondamentalmente si tratta di porre fine alla precarietà salariale e all'abuso degli stagisti, stabilendo un salario minimo di 1200 euro, con lo stato che garantisca il lavoro e l'uguaglianza salariale.

- Ecologia e ambiente. Chiusura immediata delle centrali nucleari e appoggio all'economia sostenibile / le fonti rinnovabili.

- Recupero delle imprese pubbliche privatizzate. L'amministrazione deve farsi di nuovo carico della loro gestione.

- Forze Armate. Riduzione delle spese militari, chiusura delle fabbriche di armi e divieto di intervento in qualsiasi scenario di guerra.

- Recupero della memoria storica. Condanna del franchismo.

Non vi ricorda qualcosa? :)

domenica 8 maggio 2011

Sul web i 17 comandamenti del Meridionalista

SEI MERIDIONALISTA SE...


1) Sei Meridionalista se... per te DESTRA e SINISTRA sono indicazioni stradali

2) Sei Meridionalista se... ti senti brigante nell’ANIMA

3) Sei Meridionalista se... quando parlano male della tua TERRA ti ribolle il sangue

4) Sei Meridionalista se... sai perfettamente che il Sud è una COLONIA da 150 anni

5) Sei Meridionalista se... NON FESTEGGI il 150nario dell’Unità
6) Sei Meridionalista se... quando vai a fare spesa vedi tutte le etichette e COMPRI SOLO i prodotti del Sud

7) Sei Meridionalista se... quando in tv parlano dei BRIGANTI la pelle si rizza e gli occhi diventano lucidi

8) Sei Meridionalista se... nel SUD ci sei nato, cresciuto e vorresti tanto morirci

9) Sei Meridionalista se... sei sicuro che terre come il MERIDIONE non ce ne sono

10) Sei Meridionalista se... almeno una volta nella vita hai visto il FILM di Pasquale Squitieri: "Li chiamarono briganti"

11) Sei Meridionalista se.. .quando passi sotto una statua di GARIBALDI ti viene un voglia irrefrenabile di sputare

12) Sei Meridionalista se... quando vedi i nomi delle vie intitolate ai CRIMINALI SAVOIARDI ti viene voglia di prendere un pennarello e modificarle

13) Sei Meridionalista se... quando leggi i libri di scuola salti la parte sul "RISORGIMENTO" perchè non credi più alle favole

14) Sei Meridionalista se... hai letto il libro di Pino Aprile "TERRONI"

15) Sei Meridionalista se... quando scopri che nella tua terra hanno imboscato RIFIUTI TOSSICI vorresti farti giustizia da solo

16) Sei Meridionalista se... chiedi da anni l’UNITA’ dei movimenti meridionalisti

17) Sei Meridionalista se... la MAFIA non ti fa paura

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