Il tifone dopo la tempesta – La vera storia dell’Unità d’Italia
Mi sa che quel che butti dalla porta, ti rientra poi dalla finestra….
così
fu, che dopo essermi commossa al sentir declamare l’Inno di Mameli
da Roberto Benigni a SanRemo, e dopo aver votato (:-P) ed esultato
per la vittoria della bellissima canzone di Roberto Vecchioni… mi
sento dire dal mio compagno di merende “Leggiti un pò stò libro…”,
“Perchè?… ah” leggo il titolo “
Terroni.. perchè? Che roba è?
Sarà sulle solite cose… la mafia, l’arretratezza, ecc…”. “Leggi,
leggi…” diceva lui. Quel giorno, lui, l’uomo che non mostra mai una
lacrima e un’emozione era stato sconvolto tutto il giorno. E non
capivo perchè.
Per un libro? Cose da pazzi, pensavo. E cominciai a leggere…
La
lettura di questo libro per me è stata come una discesa agli inferi,
una graduale, inesorabile, implacabile discesa nel fuoco
dell’inferno; io che ero pronta a stendere al balcone il tricolore, io
che, forse un pò presuntuosamente, ho sempre creduto di avere una
certa cultura e di conoscere la storia… ho scoperto che non sapevo un
cazzo. A metà libro non cel’ho fatta più: son scoppiata a piangere a
dirotto, scossa da singhiozzi talmente violenti da non riuscire a
fermarmi (non che mi ci voglia molto a piangere per la verità… ahahah,
ma in questo caso lo ricordo ancora con ardore quel momento… mai un
libro – nemmeno
1984 di Orwell!!!! – mi aveva scosso alle
fondamenta in questo modo). Perchè? Perchè all’improvviso scopro che
tutte le belle storielle e favolette che ricordavo con orgoglio – è il
mio periodo storico preferito – sul Risorgimento non solo scopro che
sono false, ma che son state anche mistificate ad arte e fatte
imparare sistematicamente a scuola (perchè sui bambini è facile aver
presa demagogica…) con tanto di romanzate versioni letterarie (vedi
Cuore di
De Amicis, o le varie versioni filmiche…)… all’inizio tu dici “No,
non è possibile…”… poi passi al “Bè, ok, ammettiamo che sia vero,
però…”, poi al “Basta… più di così non si può…”. E pagina dopo pagina,
riga dopo riga scopri invece che sì, peggio ancora e ancor più
peggio si può.
No, la cosa che non mi ha sconvolto di più non è
stato scoprire le empietà degne dei peggiori nazisti perpetrate,
taciute e mai rivendicate, no, nemmeno scoprire le reali trame e sete
di potere che soggiacevano alle “leggendarie” gesta dei “cosiddetti”
eroi, e neanche scoprire che in realtà eravamo la terza potenza
economica e industriale dopo Francia e Inghilterra e che sicuramente,
anche se certo i contadini non son mai stati contenti di sottostare
ai latifondisti ecc, non avevamo bisogno nè di essere liberati, nè
stavamo peggio che in Piemonte, Francia, Inghilterra ecc; no, nemmeno
scoprire quanto era ricco il regno delle due Sicile, e che servì
quella ricchezza a rimpinguare le casse in rosso dei Savoia e far
partire le industrie del nord che (a detta degli austriaci, che le
trovavano infruttuose per gli investimenti fatti)stentava a
decollare; neanche scoprire con precisione chirurgica quali e quante
leggi da 150 anni a questa parte sono state fatte apposta prima per
punire e sottomettere, poi per sfruttare e mantenere sottomessi, in
virtù di una millantata superiorità dei vincitori, i meridionali e
renderli terroni. Neppure scoprire le strategie di deportazione che
volevano infliggerci. No, niente di tutto questo mi ha sconvolto più
della consapevolezza di esser stata ingannata: nei cosiddetti libri
di storia (cioè della storia scritta dai vincitori) non c’è spazio
per il milione di vittime, tra civili, soldati e affini, morti o
impazziti dalla barbarie dell’invasore, nè per spiegare quel
movimento politico di Resistenza armata che fu il “Brigantaggio” (e
già il fatto che chi si sia ribellato in nome della libertà sia stato
chiamato “brigante” la dice lunga…) o le terribili rappresaglie, a
più riprese, molto più spietate e incivili di quanto fu poi fatto dai
tedeschi nella Seconda Guerra Mondiale….
Ero furiosa,
scandalizzata, incredula. Centocinquantanni in cui la storia ci grida
in faccia che i meridionali non sono mai stati considerati italiani,
non dalla più parte; avevo il sospetto, intuivo, ma mai come ora ho
visto con così lampante chiarezza: ci hanno considerato sempre una
colonia. Rifletteteci: cosa facevano i Romani? Andavano in un posto,
lo mettevano a ferro e fuoco dicendo che era in nome della “luce”, il
progresso, che esportavano, lo chiamavano provincia, e poi lo
usavano come borsellino monetario e umano, cioè per riscuotere tasse e
uomini da mandare in altre gloriose imprese. O no? E cosa ha fatto
l’Italia da 150 anni ad oggi? Riscuote le tasse (in questo siamo
tutti italiani, eh…), gli uomini da mandare a morire in qualche parte
del mondo… ma quando si è trattato di costruire scuole, strade,
autostrade, ferrovie, porti (tutti insieme, le cosiddette
“infrastrutture”…), investire nelle fabbriche del sud… allora no.
Allora non siamo italiani come gli altri, siamo di serie B, veniamo
dopo… veniamo sempre dopo…
Ci accusano di non esser in grado di
far nulla al sud, che non abbiamo voglia di lavorare, di svilupparci…
e io dico a un imprenditore del nord: vieni nel sud a partire da
zero, e vediamo se tu ci riesci, senza agevolazioni fiscali (che al
nord a più riprese hanno e hanno avuto), senza infrastrutture
adeguate, a combattere con la mafia da una parte e lo stato
dall’altra… e anzi, scopri addirittura (IL COLMO!!!!) che avevamo
industrie coi Borbone e che poi i Savoia ci hanno chiuso, per non
avere concorrenza intestina con le industrie del nord, che hanno
attuato strategie legislative ed economiche per strozzare in tutti i
modi tutto ciò che c’era di produttivo al sud, per favorire
l’economia del nord…
Scopri tutto questo, completo di citazioni,
rimandi bibliografici, fonti e testimonianze e ti chiedi… ma come
abbiamo fatto? Come abbiamo fatto a sopravvivere? Oggi guardo la
crisi e penso: se noi che siam partiti da sottozero siamo riusciti,
con la forza della disperazione e il sacrificio di generazioni, a far
cmq qualcosa e rimanere a galla, mentre l’imprenditoria
settentrionale, con tutti i vantaggi che ha avuto e i soldi che ci
avevano fregato, e le infrastrutture e il resto… se nonostante tutto
adesso stanno annaspando pure loro… mi chiedo: chi ha fatto cosa?
vale più il nostro galleggiare “da soli”, o il loro, nonostante tutto
“annaspare”?
cioè: capire le ragioni storiche e le vere modalità
con cui si decise di fare questa nazione, che no, non eravamo noi i
cafoni e gli inetti, ma fummo resi così dalla barbarie del vincitore
(perchè di una guerra civile si trattò), scoprire che non è che siamo
noi gli inetti e gli incapaci, ma nonostante tutto, anzi, siamo
capaci, grazie al nostro ingegno, la creatività, la nostra atavica
capacità di arrangiarci anche con poco, capaci dicevo di colmare
questo divario insopportabile tra due Italie che, ipocrite, fanno
finta di essere una!
E’ radicalmente mutata la mia visione di me
stessa come meridionale, della mia terra, della mia nazione, della
mia storia e della mia identità…
L’unica cosa a cui pensavo
mentre leggevo era “Devono sapere tutti… tutti… una cosa così grossa
non può restar nascosta ancora a lungo…” e ho contattato quanti
indirizzi potevo contattare sulla posta elettronica, poi su Facebook,
e poi a Turi nel mio Paese… adesso scopro che non sono sola: oltre
un milione di copie vendute di “Terroni” in tutt’Italia, gente che si
cerca su Facebook o in giro, gente che si sta svegliando e no, non
ci sta più ed esser ancora “terrona”. Abbiamo sopportato più che a
sufficienza… partiamo dalla verità storica, rivendichiamo ciò che ci è
stato tolto nella memoria per riacquistare una coscienza da tempo
perduta, per tornare a far crescere una terra che ha molto e può dare
moltissimo… la verità, dice la Bibbia, vi renderà liberi.
Per concludere riporto una citazione trovata in uan trascrizione di un’intervista a Pino Aprile: “
Per
liquidare un popolo si comincia con il privarli della memoria. Si
distruggono i loro libri, la loro cultura, la loro storia. E qualcun’
altro scrive loro altri libri, li fornisce di un’altra cultura,
inventa per loro un’altra storia.” Milan Kundera
.
ps. ovviamente, un libro non fa primavera… studiare, capire, approfondire a 360 gradi.
per riferimenti bibliografici:
Terroni, Pino Aprile
Controstoria dell’Unità d’Italia, Gigi Di Fiore (lo consiglio, perchè ancora più puntuale di Terroni, e ancora più scandalosamente sconvolgente)
La Briganta, MR Cutrufelli
La conquista del sud,
Carlo Alianello (uno dei più determinanti “revisionisti”,
stimatissimo studioso, che fu consulente storico per Luchino Visconti
nella trasposizione cinematografica del
Gattopardo)
TRATTO DA:
http://terronia.wordpress.com/2011/03/19/il-tifone-dopo-la-tempesta-la-vera-storia-dellunita-ditalia/
AUTRICE:
ANGELA: http://terronia.wordpress.com/author/smemorina/