venerdì 6 maggio 2011

Sud, i nuovi briganti per la verità


All’Ateneo la Giornata della Consapevolezza:”Unità piratesca” (di Leonardo Petrocelli)
(La Gazzetta del Mezzogiorno del 5 maggio 2011)


Risalire criticamente il fiume della Storia per abbracciare la verità non è mai tempo perso, soprattutto se un clima di opprimente menzogna e di radicato pregiudizio continua a gravare su un popolo da un tempo straordinariamente lungo. Dovrebbero ben saperlo i meridionali a cui però sembra ancora sfuggire, nascosta dallo sventolio festoso del tricolore, la veritiera narrazione di quanto accadde negli anni del tanto celebrato processo unitario. Cento cinquant'annii di sostanziali menzogne cui ieri mattina nell’Aula Magna dell’Università “Aldo Moro” di Bari, si è opposta “La Giornata della Consapevolezza”, organizzata dall’associazione “Il Vello d’Oro” e dall’Istituto “De Lilla” di Bari in collaborazione con Arenatica Onlus. Molti gli studenti presenti e ricco il parterre di relatori del convegno storico, completato in serata dallo spettacolo “Briganti e Piemontesi”, svoltosi negli spazi della Chiesa di Santa Chiara.
In mattinata hanno relazionato il giornalista Lino Patruno, lo storico delle religioni Leo Lestingi e Sebastiano Gernone dell’IPSAIC (Istituto per la storia dell’antifascismo e dell’Italia contemporanea). La sessione pomeridiana ha invece ospitato gli interventi della giornalista Marisa Ingrosso, della storica Enrica Di Ciommo e dell’Ufficiale Superiore dei Carabinieri Claudio Santoliquido. Introduttore e moderatore il regista, attore e scrittore, nonché ideatore della manifestazione Luigi Angiuli: “Il convegno – esordisce - non è figlio di alcun insensato e anacronistico nostalgismo. Ci preme soltanto che la verità venga a galla e non solo per ragioni storiche, ma anche affinché siano comprese appieno le radici di molti guasti contemporanei”.
Riavvolgendo il nastro della storia emerge un ritratto del processo unitario simile ad un’azione piratesca, ad una vera e propria opera di colonizzazione di un meridione che correva benissimo con le sue gambe. “Distrussero la nostra identità - commenta Santoliquido -, non solo economica, ma anche sociale, organizzativa e religiosa, rompendo così l’equilibrio dell’oggettivo benessere esistente”. E forgiando una folta legione di guerriglieri, quei Briganti che la storia ha liquidato come semplici criminali. In realtà erano contadini ingiustamente vessati come spiegato da Gernone, o ex militari borbonici, come chiarito dalla Ingrosso, che il governo sabaudo cercò di deportare in mezzo mondo. Un’impresa fortunatamente fallita solo a causa del veto delle attonite nazioni straniere.
“Si verificarono - spiega Enrica Di Ciommo a conclusione di un articolata riflessione sul Risorgimento - delle forzature inaccettabili. Ma ciò accadde anche in altri Paesi. L’anomalia tutta italiana è nella difficoltà di comprendere e accettare la portata di quel conflitto”. Forse perché aleggia ancora la convinzione che l’Unità dovesse e potesse essere realizzata senza invasioni e in modo federale, come ricordato da Lestingi rievocando le posizioni di Antonio Rosmini e le suggestioni di Luigi Sturzo. Rimpianti al di là dei quali, però, c’è un futuro da costruire: “Dovete essere dei “Briganti” - conclude Patruno rivolgendosi agli studenti presenti - convinti della verità e desiderosi di diffonderla.



(Brigante Peuceta)

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