Le iniquità della Storia non resteranno impunite.
Io
sono un principe italiano illegalmente spogliato del suo potere, è qui
l'unica casa che mi è rimasta, qui è un lembo della mia patria, qui
sono vicino al mio Regno ed ai sudditi miei… vengono chiamati assassini e
briganti quegli infelici che difendono in una lotta diseguale
l'indipendenza della loro patria e i diritti della loro legittima
dinastia. In questo senso anche io tengo per un grand'onor di essere un brigante! (durante la permanenza in esilio nello Stato Pontificio)
I
miei affetti sono qui. Io sono napoletano, né potrei senza grave
rammarico dirigere parole d'addio ai miei amatissimi popoli, ai miei
compatrioti. Qualunque sarà il mio destino, prospero od avverso, serberò
sempre per essi forti ed ammirevoli rimembranze. Raccomando loro la
concordia, la pace, la santità dei doveri cittadini. Che uno smodato
zelo per la mia Corona non diventi fonte di turbolenze. Sia che per le
sorti della presente guerra io ritorni in breve fra voi, o in ogni altro
tempo in cui piacerà alla giustizia di Dio restituirmi al trono dei
miei maggiori, fatto più splendido dalle libere istituzioni di cui l'ho
irrevocabilmente circondato, quello che imploro da ora è di rivedere i
miei popoli concordi, forti e felici.
(Francesco II delle Due Sicilie, 6 settembre 1860)
Popoli
delle Due Sicilie… si alza la voce del vostro Sovrano per consolarvi
nelle vostre miserie… quando veggo i sudditi miei, che tanto amo, in
preda a tutti i mali della dominazione straniera, quando li vedo come
popoli conquistati… calpestati dal piede di straniero padrone, il mio
cuore Napoletano batte indignato nel mio petto… contro il trionfo della
violenza e dell'astuzia. Io sono Napolitano; nato tra voi, non ho
respirato altra aria… i vostri costumi sono i miei costumi, la vostra
lingua la mia lingua, le vostre ambizioni le mie ambizioni. …ho
preferito lasciare Napoli, la mia propria casa, la mia diletta capitale
per non esporla agli orrori di un bombardamento… Ho creduto di buona
fede che il Re di Piemonte, che si diceva mio fratello, mio amico… non
avrebbe rotto tutti i patti e violate tutte le leggi per invadere i miei
Stati in piena pace, senza motivi né dichiarazioni di guerra… Le
finanze un tempo così floride sono completamente rovinate:
l'Amministrazione è un caos: la sicurezza individuale non esiste… Le
prigioni sono piene di sospetti… in vece di libertà lo stato di assedio
regna nelle province… la legge marziale… la fucilazione istantanea per
tutti quelli fra i miei sudditi che non s'inchinino alla bandiera di
Sardegna… E se la Provvidenza nei suoi alti disegni permetta che cada
sotto i colpi del nemico straniero… mi ritirerò con la coscienza sana…
farò i più fervidi voti per la prosperità della mia patria, per le
felicità di questi Popoli che formano la più grande e più diletta parte
della mia famiglia.
(Francesco II delle Due Sicilie, 8 dicembre 1860)
Non
sono i miei sudditi che mi hanno combattuto contro; non mi strappano
il Regno le discordie intestine, ma mi vince l'ingiustificabile invasione d'un nemico straniero.
Voi
sognate l'Italia e Vittorio Emanuele, ma purtroppo sarete infelici. I
napoletani non hanno voluto giudicarmi a ragion veduta; io però ho la
coscienza di avere fatto sempre il mio dovere, ad essi rimarranno solo gli occhi per piangere. (Francesco II delle Due Sicilie)
La
ridicolizzazione attraverso cui la storiografia post-risorgimentale ha
consegnato ai posteri un'immagine storpiata di quel sovrano, è
nient'altro che un'ennesima manifestazione di infierimento su un vinto.(Paolo Mieli)
Francischiello fu defraudato del Suo regno da una congiura ordita dalla massoneria inglese che finanziò la cosiddetta "impresa dei mille" e sborsò i denari che servirono per corrompere una parte dei generali borbonici.
RispondiEliminaDato che la storia è scritta dai vincitori ci hanno fatto credere che mille, tra galeotti e avventurieri, abbiano potuto vincere uno degli eserciti meglio attrezzati e preparati dell'epoca.
Per farsi un'idea consiglio di leggere "Il cimitero di Praga" scritto da un piemontese onesto ed obiettivo come Umberto Eco!
La verità comincia a venire a galla, anche se purtroppo non servirà se non per noi nostalgici del tempo che fu.
Sulla mia bacheca ho postato l'inno delle Due Sicilie, i giovani dovrebbero ascoltarlo.